Secondo me, dopo 4 settimane, siamo arrivat* al punto della nostra relazione in cui possiamo condividere i guilty pleasure senza dover fingere, da brav* borghes* cresciuti a pane e cattolicesimo, di provarne veramente vergogna.
Per settare le aspettative molto in basso inizio io: sono una grande fan di Ligabue, o meglio lo ero prima che diventasse l’emblema di quello che succede a un* artista quando smette di avere delle cose intelligenti da dire e si avviluppa su se stess*. La mia fallace memoria ricorda un disco Campovolo 2.001 ascoltato a ripetizione in macchina di mio fratello (alternato con Domani Smetto degli Articolo31, per crescermi da brava femminista) mentre andavamo a scuola - Alessandro, se stai leggendo e questa storia è falsa, non dire niente che lo storytelling è tutto e questo è buono.
E per i fan di Vasco, sappiate che non ho niente contro di voi, però ho una sfida da proporvi: mi segnalate almeno una canzone che non sia dedicata a una minorenne e in cui lui non sospiri e si lamenti come se avesse il peso del mondo addosso? L’unica regola è che entrambe le condizioni devono essere valide all’interno dello stesso brano. Grazie vvb, è uno studio antropologico il mio.
Quali sono quindi le canzoni di Ligabue a cui sono più affezionata e perchè? Grazie per la domanda!
🎵Viva! - Ligabue. Di recente qualcuno mi ha detto che ascoltandola gli vengo in mente io e onestamente lo annovero tra i migliori complimenti che mi abbiano mai fatto.
🎵Mai dire mai - Ligabue. Se trovate qualcuno a cui dedicare questa canzone probabilmente they are the one. Finora almeno.
Troppo romanticismo? Mi spiace è un po’ il tema della giornata e ritornerà prepotente più avanti.
Siamo arrivati a giugno, mese di ultime chiusure frenetiche prima di entrare nel grande venerdì dell’anno, in cui languid* si aspetta solo agosto per poter fingere che valga proprio la pena lavorare come babysitter per adulti e piangere tutti i giorni dopo l’ufficio se poi si possono passare 20 giorni a viaggiare per il mondo. E sì, sto parlando di me.
Per cercare di distrarci da infauste scadenze e manager-analyst ancora alla ricerca delle icone perfette da mettere nelle slide, l’agenda di Michela propone:
🎀Cinema in Piazza, San Cosimato - Cervelletta - Monte Ciocci, dal 1 giugno al 14 luglio orario variabile, ingresso gratuito. Allora, questo mi sarebbe piaciuto tantissimo mettervelo la settimana scorsa, ma agli organizzatori di eventi romani non piace farsi pubblicità. Per me il cinema all’aperto fa primi anni ‘00 e oratorio, che bello sarà goderselo senza Suor Paola che mi dice che devo sedermi composta. E poi c’è un sacco di Miyazaki.
🎀Yoga by ViVi, Villa Pamphili, ogni settimana da martedì a domenica fino a settembre dalle 19.00 alle 20.00, ingresso gratuito (ViVi Card obbligatoria da fare sul sito). ViVi è un marchio ombrello per una serie di locali adorabili a Roma, ma anche molto altro e questa iniziativa sembra proprio quello che mi serve per non consegnare le dimissioni entro il mese.
🎀Beer and Comedy, Eataly, giovedì 6 ore 19.00, ingresso 10€ (una consumazione compresa). Allora, so che uscire in settimana è un azzardo, ma io Xhuliano Dule l’ho sentito quando ha aperto lo spettacolo di Giorgia Fumo a Roma e secondo me merita lo sprazzo di gioventù residuo nel vostro corpo.
🎀Wine Nights, Eataly, venerdì 7 e sabato 8 dalle 18.00 alle 23:30, ingresso 25€ (compreso di degustazione). Devo ripetermi perchè questi due eventi di Eataly sono proprio fighi. Andate e ubriacatevi, come alle migliori Cantine Aperte di provincia.
🎀Vintage Market, San Paolo District, sabato 8 e domenica 9 dalle 10 alle 21, ingresso offerta libera. Lo so che era molto più carino quando stava a Piazza Ragusa, ma l’ATAC ha rivoluto il suo deposito e nessun* lobbista è riuscito a impedirlo, quindi ci accolliamo tutt* il closing party a Fanculonia.
Oggi si punta tutto su uno dei miei appuntamenti preferiti: il tour del Mercatino dell’Usato alla ricerca dell’oggetto più assurdo.
A Roma sono ovunque, i miei preferiti però sono quelli del Mercatino Franchising perchè sembrano proprio usciti da quei programmi di antiquariato che guardate con vostro padre su DMAX per fare bonding la domenica pomeriggio. In breve, sono degli enormi magazzini confusionari allestiti con tutte le cianfrusaglie possibili e immaginabili che la gente porta in conto vendita e sopravvivono prendendosi una modica commissione del 50% sul prezzo finale degli oggetti.
Avendo già constatato di non poterli denunciare per usura, il gioco originale prevede che si scelga una categoria (vestiti, bambolotti, argenteria, non avete idea di quanta roba vendano quei posti), ci si dia un tempo massimo per girare da soli e chi ritorna con l’oggetto più strano vince. La verità è che è molto divertente in generale girarci dentro e basta, ci ho fatto quasi sicuramente uno dei miei date preferiti.
Pro
✔Mercatino Franchising ha sedi in tutta Italia, ame e ami che mi leggete da altre città, per una volta potete replicare facilmente;
✔Oggettivamente è un date interattivo in cui è impossibile annoiarsi, a meno che non vi accompagnate a un sanpietrino;
✔Non prende il telefono, ma non è un posto isolato in cui non avere campo potrebbe essere il preludio di “era un bravissimo ragazzo, salutava sempre”.
Contro
🔴Se siete allergic* alla polvere, starnutirete tutto il tempo;
🔴Se siete molto goff*, rischiate di rompere tutto;
🔴Se siete claustrofobic*, il posto è molto grande, ma solitamente non ci sono finestre.
Vi avevo detto che sarebbe tornato il romanticismo, no? Bene eccocy qui.
C’è un ristorante a Roma a cui sono molto affezionata perchè racconta qualcosa della mia coppia preferita di sempre: i miei genitori. Nati e cresciuti in un’epoca pre-dating app, stanno insieme, rimanendo un duo piuttosto wierd e carino, da un numero di anni che il cervello dei Millennial non può nemmeno processare, in quanto non dotato della potenza di calcolo necessaria: 34 anni di matrimonio (più altri anni di fidanzamento, ma vedo già le vostre testoline che fumano).
Per l’anniversario dei vent’anni, considerando che mia mamma prende l’aereo solo sotto dosi massicce di Valium (Mamma non ti offendere, è sempre per quella storia dello storytelling), qualche anno fa hanno scelto come meta Roma, alloggiando in un posto esotico dove i romani non si addentrano quasi mai: il Centro Storico.
Ora, il Centro di Roma ha varie qualità - passano a ritirare la spazzatura, è vagamente collegato con dei mezzi di trasporto che non prendono sempre fuoco, se sei pazz* lo puoi girare a piedi - ma tra queste non annovererei la facilità di trovare un ristorante buono per un palato spocchioso come quello italiano.
I miei genitori però, baciati dalla fortuna dei principianti, si fanno attirare da un locale un po’ nascosto dietro piazza Navona, con un proprietario così stereotipicamente romano che pare finto, in cui si mangia divinamente. Signore e Signori eccoci giunt* da Renato, meglio conosciuto come La Pace del Palato. Gli piace così tanto che ci vanno tutte le sere a cena e, 7 anni dopo, quando decido di trasferirmi a Roma, mi suggeriscono caldamente (come fanno tutti i genitori, senza insistere) di andarci. Stremata dalla loro ostinazione prenoto, vado, faccio quella cosa per cui piuttosto mi farei ghigliottinare in piazza di parlargli dei miei e lui, incredibilmente o per finta, dice di ricordarseli. Da lì, solo un grande amore per Renato.
Il ristorante è carino e mignon, tutto a conduzione famigliare, si mangia romano, ma i piatti migliori dello chef (Francesco, il figlio di Renato, grande appassionato di cucina asiatica) sono quelli un po’ più strani e quasi fusion. Non lo definirei proprio a buon mercato, ma ho mangiato pizze molto più costose a Milano e poi c’è un barbatrucco: ditegli che siete amic* mie* quando prenotate, il prezzo, in quel caso, è fisso.
Daje regaz, che la vostra parte preferita è finalmente giunta e avrete l’occasione per viaggiare un po’ nella mia testa senza nemmeno bisogno di qualche droghina. ✨Iniziamo✨
🎧Regaz spiace dirvelo ma se vi ricordate Gemma del Sud è ora che prenotiate una visita di medicina estetica per il botox e le vitamine. Nel frattempo, però, per ripercorrere un po’ insieme il viale dei ricordi, Iris Babilonia ci delizia con un video recap della sua assurda storia, che mi ha fatto sinceramente volare mentre facevo le pulizie questo weekend.
🎞Sono partita parlando di guilty pleasure e allora continuiamo su questa scia: io amo alla follia Selling Sunset, è il mio spegni cervello trash preferito. Ragazze bellissime in minigonna e tacco 15cm lavorano per un’agenzia immobiliare di LA guidata da due gemelli pelati, vendendo proprietà multimilionarie con commissioni a 6 cifre. Sembra la fiera degli stereotipi e della misoginia (e lo è), ma è talmente ignobile che fa il giro e diventa bellissimo. A mia discolpa, lo guarda anche Francesco Costa.
📚Cerchiamo un secondo di frenare la deriva che sta prendendo questa newsletter, districandomi tra palate di trash ho anche finito Guida il tuo carro sulle ossa dei morti di Olga Tokarczuk, vincitrice del Nobel per la letteratura nel 2018. Ora, non servo di certo io per dirvi che una premio Nobel scrive egregiamente, ma a me questo libro è piaciuto immensamente: è un giallo, ma se lo approcciate come tale lo odierete; è un libro che parla di persone ai margini, del rapporto dell’umanità con la natura, di giustizia. La protagonista è la matta del quartiere, ma siamo sicur* che la matta sia lei?
🎞Il mio rimedio alla tristezza è sempre stato guardare cose che mi fanno ridere: ho iniziato con gli sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo e ora mi ritrovo a sfogliare il catalogo Netflix alle prime lacrime in solitaria. Questo giro mi sono buttata su Have it All e Quarter-life crisis di Taylor Tomlinson. Credo che lei incarni perfettamente il tipo di comicità che mi fa ridere perchè parla proprio di me. La amo
📌Il fun fact della settimana è gentilmente offerto dai miei genitori. Prima vi ho raccontato la loro romantica storia, senza dirvi però che si sono sposati il 2 giugno del 1990. E io lo vedo già che storcete il naso: ma chi è così megalomane da sposarsi in un giorno di festa nazionale? Beh in realtà, a causa della crisi economica degli anni ‘70, nel ‘77 la Festa della Repubblica fu resa una festa mobile (come la festa della mamma per intenderci, solo che cadeva la prima domenica di giugno) e lo è rimasta fino al 2001, quando Ciampi l’ha ricollocata nella sua data originaria. Come una festa mobile sia meno costosa di una festa in data fissa non mi è dato sapere, ma io sono laureata in Economia non in Arte e Magia dello Stato Italiano. Però anche oggi sappiamo qualcosa in più: grazie Mamma e Papà.
Se siete arrivati fino qui, siete degli highlander cazzo vi voglio bene. Ci sentiamo quando ci sentiamo, che in questo caso è mercoledì prossimo.
Ciao Regaz
❤️