✨Ciao Regaz✨
come state? Siete sopravvissutə alla settimana? Spero proprio di sì perché per citare Ester Viola “Sanremo è la spezzatura della stagione” e l’inverno è finalmente finito (almeno mentalmente, dato che fuori fa un freddo porco).

Dopo questa introduzione, cercherò di superare la discussione e trovare altro di cui parlare, perché so che avrete i social (o la loro versione in real life nella forma di conversazioni alla macchinetta del caffè) invasi da analisi e dietrologie su Sanremo.
L’assenza delle donne, ma no che dovete sempre fare le femministe anche Achille Lauro, eh però le donne avevano le canzoni più scarse, ma che fosso abbiamo schivato con Cristicchi e Fedez, Carlo conti è la noia, ma chi è Olly.
Madonna che palle.
Vediamo se c’è vita oltre al Festival.
Prima di andare avanti, però, torniamo alla programmazione di questo format con due canzoni presentate a Sanremo Giovani, secondo me sottovalutatissime e sorpassate ingiustamente a destra dalla fiera della lagna che quest’anno regnava sovrana:
🎵Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore - Vale LP & Lil Jolie;
🎵Goodbye (voglio solo good vibes) - Maria Tomba.
Indecisə e annoiatə? L’Agenda di Michela è qui per voy:
🎀Stand up comedy Roma, B-folk, mercoledì 19/02 alle 21:00, ingresso 5€ (costo di tesseramento). Si allunga la lista di locali dove andare a vedere la stand up comedy, che non sono mai abbastanza, qui siamo in zona Centocelle e si performa ogni mercoledì.
🎀Àltera, Fanfulla 5/A, mercoledì 19/02 dalle 22:00, ingresso gratuito con tessera Arci. Forse un giorno farò una lista di jazz bar da frequentare se siete persone molto cool, per questa volta accontentatevi di questo evento di improv musicale tra jazz, elettroacustica, contemporanea e sperimentazione sonora.
🎀Supply Festival, Eataly Roma Ostiense, da venerdì 21/02 a domenica 23/02, ingresso gratuito, acquisti tramite gettoni (1 gettone = 1,50€). Il primo dei due weekend dedicati alla palla di riso fritta più famosa del globo, scusatemi io amo gli eventi di Eataly.
🎀FraMmenti - My Roma, Palazzo delle Pietre, giovedì 20/02 dalle 18:30 alle 20:30, ingresso gratuito. Il secondo di un ciclo di incontri curati da Clara Tosi Pamphili, che in questo caso conversa con il collezionista Antonio Martino di arte e altre frivolezze.
🎀Crochet Bar, Officine Zero, Sabato 22/02 dalle 10:00 alle 12:30, ingresso e materiali 20€. Allora non so se è solo la mia bolla, ma un sacco di persone che conosco stanno cominciando a fare l’uncinetto. Se volete su YouTube è pieno di video tutorial fatti da signore spagnole molto carine, ma in caso vi piaccia di più il rapporto umano andate e imparate.
Extra: opere d’arte gratis che ti dimentichi di poter visitare
Roma non è solo un museo a cielo aperto, perché la vostra rotonda può essere il Colosseo, ma è soprattutto una città dove l’arte si trova gratis ovunque. Entri in una chiesa e OPS guarda un Michelangelo.
È una cosa che mi ha sempre molto affascinata, questa possibilità infinita di essere espostə a opere che la gente studia a scuola anche dall’altra parte dell’oceano semplicemente camminando, e che credo sia anche il motivo per cui le persone che visitano Roma ne rimangono quasi folgorate. Purtroppo, però, vivendoci, la città tende a fagocitarti e rendere la quotidianità così disagiante e complicata che tutta quest’arte di cui sei circondatə semplicemente diventa il simbolo inutile di un’incapacità di cambiamento.
Cosa me ne faccio del Colosseo se tanto non ci posso arrivare perché il cantiere della metro verrà concluso quando io sarò morta?
Nell’ultimo periodo mi sono resa conto di essere diventata un po’ petulante come gli/le abitanti di Roma che tanto prendo in giro: indolente nei confronti delle cose che non vanno, ma allo stesso tempo pigra e lamentosissima nel ricercare soluzioni.
Quindi, questo spazio serve da un lato a consigliarvi tre posti dove guardare opere d’arte incredibili (quasi) gratuitamente, ma soprattutto è un mezzo per provare a togliermi questa patina di lagna dagli occhi e tornare a cercare il bello dove c’è:
❤️🔥Estasi di Santa Teresa, Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Gian Lorenzo Bernini. Cominciamo con il botto con un non-nulla barocco di marmo e bronzo dorato di cui avrete sicuramente sentito parlare per l’intensa drammaticità quasi erotica rappresentata. La prossima volte che andate a lanciare una monetina a Trevi, io ci farei un salto.
❤️🔥Mosè, Chiesa di San Pietro in Vincoli, Michelangelo Buonarroti. Complesso statuario scolpito per la tomba di papa Giulio II. La sapete la storia dell’incredibile realismo della statua, espresso perfettamente dalla presenza di un muscolo sull’avambraccio che si contrae solamente all’alzarsi del mignolo? Se non lo sapevate vi do il permesso di giocarvela.
❤️🔥Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi ai Francesi, Caravaggio. Qui ci trovate il ciclo di San Matteo in tutto il suo splendore, di cui il mio quadro preferito è ovviamente la Vocazione. Ho sempre amato l’utilizzo della luce in questo quadro, è un effetto di luci e ombre che amo ricercare anche quando fotografo (con pessimi risultati, s’intende, ma non demordo). E niente, è molto bello entrarci quando esco dal lavoro e vado verso la metro.
Volevo solo aggiungere una postilla, prima ho detto che sono quasi gratuite queste opere perché per illuminarle bisogna pagare pochi euro. Potete fare un po’ di free riding e aspettare che qualcuno metta i soldi per accendere le luci, oppure essere migliori di me.
Temo di essere stata un po’ influenzata dall’aver partecipato a un compleanno con delitto qualche settimana fa, ma io sono nel mio pieno loop escape room. Sono ancora di moda, oppure come sempre arrivo come Internet Explorer? Non è importante, ho fatto un po’ di ricerca e nel quartiere dell’amicizia (Appio Latino, per i non intenditori) ho trovato Eneru Escape solo per voi (se non vivete nel quartiere dell’amicizia, veniteci è un bel posto).
Ci sono opzioni di escape room per tutti i gusti: horror, avventura, serie tv con presenza di attori e non. Andateci e sentitevi come Alan Turing durante la Seconda Guerra Mondiale.
Pro
✔ve la cavate con 15€ a testa (meno di due bicchieri di vino in Centro);
✔è un ottimo modo per misurare il livello di competitività del vostro date e scappare da quellə che vogliono solo vincere;
✔se va male, sarà solo per un’ora.
Contro
🔴Non lo so se volete stare chiusə dentro una stanza con qualcunə che non conoscete bene;
🔴qualcunə potrebbe portarsi gli/ le amichə (cringe);
🔴se vi fan cagare gli enigmi forse non è il vostro.
Sapete che cos’è per me questa newsletter? Un sottile mezzo per lanciare messaggi subliminali alle persone che mi vogliono bene, così che prima o poi facciano con me quello che voglio fare. Vi servono degli esempi? Il correttore di bozze mi ha regalato la visita alla mostra di Caravaggio a Palazzo Barberini e mia mamma mi ha portato da IGIO, ristorante coreano a Trastevere di cui vi avevo parlato qualche settimana fa.
Recensione umile: io non sono un’esperta di cucina coreana, ma mi è sembrato abbastanza fedele a quello che ho visto nei K-drama e letto nei Manhwa (non fate domande). C’è il piccante, c’è la carne, c’è il barbecue, ci sono le verdure fermentate, c’è il kimchi, tutto si mangia con le bacchette in acciaio e il cucchiaio di accompagnamento.
Il cibo è davvero buono, l’offerta vegana non è estesissima, ma comunque io sono uscita rotolando. Devo però segnalare che è una cucina molto più pesante di quanto mi aspettassi - a metà del kimbap (i roll di riso e verdure tipici della korea) volevo già alzare bandiera bianca - ma soprattutto che sul piccante non si scherza un cazzo, se non siete abituatə vi anestetizzerà un po’ la bocca.
Parlando invece del locale, è un posto carino senza essere pettinato e chic, situazione per me felicemente congeniale. Il prezzo, poi, è la vera sorpresa, noi in 4 abbiamo speso 25€ a testa per 7 piatti - di cui 4 di carne - 6 contorni tipici inclusi nel menù e tre birre.

Grazie ancora mamma che mi hai offerto la cena di San Valentino.
Ma come, Michela, hai fatto altro oltre che guardare Sanremo la settimana passata? Sì. Vediamo per quanto mi regge la botta regaz, io sto scommettendo su un esaurimento nervoso prima di Pasqua.
📚Se siete bimby del Post già lo sapete, ma da qualche mese il nostro giornale preferito ha espanso le sue linee di business diventando anche editore con Altrecose, un progetto di pubblicazione editoriale che segue l’idea di “spiegare bene le cose” tanto cara al Post, ma con i libri degli altri. Tra i titoli pubblicati fino ad ora io ho letto solo Il Desiderio di Dio di David Baddiel, un simpatico pamphlet che ci racconta perché Dio non esiste proprio a partire dal fatto che lo desideriamo fortissimamente. Per quanto breve, il libro non scorre liscio come l’olio, ma è costellato da picchi di grande ironia che lo rendono meno pesante di quanto vi stiate prefigurando nella vostra testa. Non dovete aspettarvi una dissertazione sociopsicologica sull’esistenza di Dio: è semplicemente un testo, a volte disordinato, a volte filosofico, sempre molto personale, sul fatto che l’idea del divino risponda alla nostra necessita di sfuggire in qualche modo all’ignoto - da leggere morte - ma, purtroppo per noi, non ha nessun fondamento. Ci sono spunti molto interessanti, ho imparato che probabilmente l’ultima cena celebrata nella Pasqua cristiana è stato un seder - ossia una cerimonia tipica della Pasqua ebraica -, si parla del cristianesimo come la prima grande operazione di Marketing ben riuscita della storia (più o meno in questi termini), ma anche di fisica quantistica, cinismo ateo e specismo. Insomma, i temi affrontati sono stimolanti e questo è uno di quei libri da cui possono emergere gradevoli discussioni mai banali (solo se vi ricordate però la teoria delle galline sulla scacchiera, sceglietevi tra pari).
🎵Anche io, come Cristicchi, ho vissuto questa settimana all’insegna dell’allegria e mi sono ascoltata Digital Requiem, il podcast di Francesco Perlini e Nicola Vasini in cui si cerca di capire che cosa succede dopo la morte in un mondo dove la nostra versione digitale continua a esistere cristallizzata nel tempo. Lo so che, ove disponibili, vi state toccando i c*gli*ni. Il podcast, comunque, analizza un tema che ci riguarda, anche se come società tendiamo a rimuoverlo, e lo fa attraverso la storia di Leonardo Fabbretti, un architetto di Foligno che dopo la morte del figlio tredicenne Dama vorrebbe sbloccare il suo telefono per riavere indietro almeno la parte digitale della sua vita. Si parla ovviamente di tecnologia, del modo in cui non ci approcciamo all’immaterialità del digitale con la concretezza della terminologia, ma soprattutto si parla di rapporti personali e dell’etica dietro ad alcune richieste. Da non ascoltare se non siete ancora arrivatə al capitolo “elaborazione del lutto” durante il vostro percorso terapeutico. Io, che invece mi sono appassionata, ascolterò anche Still Online di Beatrice Petrella, che si focalizza di più sul concetto di eredità digitale e la sua gestione. Vi faccio sapere settimana prossima. So che non vedete l'ora.
📽Dai, va bene, ho capito. Spostiamoci sulle cose allegre. Erano mesi che volevo guardare la puntata di A letto con Bianca - il video podcast di Bianca Balti su YouTube - con Giulia Valentina, quindi un po’ sulla scia dell’hype di vederla a Sanremo l’ho recuperata. Allora faccio una premessa, io amo Bianca Balti e Giulia Valentina, quindi forse sono un po’ di parte. Il format del podcast è semplicissimo: ci sono delle carte con le domande, ospite e conduttrice pescano e rispondono (potrebbe essere un mio date). Non vi dovete aspettare una dissertazione di fantaeconomia virtuale, ok? Solo una conversazione tra due donne che vogliono approfondire la loro conoscenza. Ed è forse questa la cosa bella del podcast, che nel suo non volerti parlare di massimi sistemi e nella pochissima relatability (GV e BB a un certo punto si confrontano sulla comodità del catering alle feste di compleanno, una cosa davvero usuale per la mia bolla) non risulta mai snob e respingente, ma anzi riesce a essere piacevolmente di intrattenimento senza risultare banale. Trovo bello vedere due donne di successo che chiacchierano, mi piace conoscere le loro storie. Meno another-white-boy-with-a-podcast-gym-bro, più Bianca Balti.
📽Oramai che ero su YouTube ho recuperato anche l’intervista di Cecilia Sala a Zelenksy e la puntata di Supernova dove Alessandro Cattelan la intervista. Andiamo con ordine per non confonderci: volevo vedere l’intervista fatta per Chora prima che diventasse troppo vecchia per essere attuale e visto il ritmo con cui Trump affronta le cose, il tempo utile si stava esaurendo. Di solito non sono una grande fan di Stories, non perché non riconosca il valore del progetto, semplicemente non è la mia tipologia di contenuti preferita. Io non voglio delle pillole di informazione, io voglio due ore di video che mi spieghino le ragioni del conflitto ucraino a partire dal disfacimento dell’URSS e dalle scelte di Gorbachev. Mi rendo conto di essere un’eccezione in questo universo, però sono stata contenta di questa scelta audio-video più lunga e di approfondimento. E poi è una bellissima intervista. Miei highlights: come la guerra cambia le persone, la fiducia di Zelensky nei confronti di Meloni, l’importanza delle relazioni in politica. Parlando invece di Supernova io dirò solo una cosa: guardatela per vedere quanto è bello vedere le persone che parlano e pesano le parole prima di rispondere alle domande. Cecilia Sala mi ricorda tantissimo Rachel Cusk nel suo modo di ponderare ogni frase, quasi si vedessero le rotelle che le girano in testa. Molto affascinante per una come me che non pensa mai prima di dare aria alla bocca.
📌Dai che abbiamo quasi finito, sùsù. Vi lascio con una chicca sulla città che ho scoperto durante la gita al Passetto di Borgo (ci sarà un reel su questa gita? chi lo sa, sono imprevedibile su Instagram). Quando, durante il tour, dal tunnel usato come via di fuga dai Papi si sale all’esterno sulle mura di ronda, ci si ritrova davanti una chiesa - Santa Maria in Traspontina - con una cupola stranamente piatta. A quanto pare è stato necessario costruire così il tetto di questa chiesa a causa della sua posizione: si trova infatti sulla traiettoria in linea d’aria che collega la Basilica alla fortezza di Castel Sant’Angelo ed era fondamentale non limitarne la visibilità per permettere la difesa, a suon di palle di cannone, della residenza del papa. Chissà se è da queste predisposizioni che nasce la leggenda di non poter costruire più in alto della Cupola, follia di cui abbiamo già parlato in una delle prime newsletter. Quante cose si scoprono facendo le visite guidate?
Grazie a voi che siete tornatə a leggermi e anche chi è nuovə, ma soprattutto a chi è finitə qui per sbaglio (mentirei se non dicessi che siete quellə che preferisco perchè sono come voi).
Eccovy la consueta listina dei link che spero possiate trovare utili:
🎶Michellaneous, la playlist aggiornata che raccoglie le canzoni condivise da quando è iniziata la Newsletter;
📚la lista Amazon che colleziona i libri consigliati nel tempo, nel caso abbiate bisogno di più inspo ACazzoDiCane;
🎀il mio Instagram, ossia il mio ufficio reclami e suggerimenti e il luogo dove a volte posto delle cose, ma mai troppo perchè ho paura di finire in una shitstorm di Selvaggia Lucarelli.